Incapriccio i pensieri dentro una finestra.Forse rielaboro il valore dello spazio. La cornice che mi separa dal mio riflesso opaco sulle colline è l’asse di simmetria umana.Oltre la quadratura degli infissi è la dimensione sensibile, quella che muove il presente, a tendere i fenomeni: un’imprevedibile litomuscolo. Quando accade di vivere là in mezzo l’urto sensibile dell’attività altrui – atmosfericosmigeologicorganica – rimbalza piacevole sul fondo del mio timpano. Ma adesso l’atto che non mi appartiene, l’altrui flessione sulla mia membrana, è così concretamente distante. Assente, cerco un nome che possa definirlo: è xenostalgia. Ascolto lo smembrarsi del corpo che tace, che non muove perché non mosso. Non sono più corpo dentro questa scatola.
Sinergia nell’interpretazione, complimenti.
siamo tutti sulla stessa barca :)
Ciao Rebecca, piacere di conoscerti complimenti il tuo blog ..tutto da scoprire.
piacere mio!
Bello e impossibile… mi piace molto
:)
Complimenti Rebecca!
A presto
Vicky 😊
sembrerà questione di lana caprina, ma leggendoti mi rendo conto del significato vero di prosa poetia
o prosopo(p)e(t)ica…
scegli tu la “p” o la “t”
va bene la p
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