Fori sulla membrana
Mi coglie il grido di tutto ciò che scompare, non solo il dolore del suo divenire assenza, ma il potenziale assenteismo di chiunque. Siamo giunti e partiti al contempo, nati scomparsi, da sempre.
Mi coglie il grido di tutto ciò che scompare, non solo il dolore del suo divenire assenza, ma il potenziale assenteismo di chiunque. Siamo giunti e partiti al contempo, nati scomparsi, da sempre.
Fuggo per mantenere insieme le cose. Giungo in città, dopo tanto, è vertigine lungo i muri secchi. L’acqua opaca del fiume che giace senza consenso, e giacciono i gabbiani sul […]
Appena volgo lo sguardo verso la melma lunare ho come la sensazione improvvisa di essere nient’altro che una potenzialità di cose mai raggiunte. Un bisticcio di mani ansiogene, che uno spirito recondito – fra i miei tanti, sfuggenti – muove.
Vorrei rifugiarmi dentro una storia compiuta, perfettamente strutturata, con valli disegnate tutte intorno e colline che si incastrano nettamente; coi ruderi disposti dove la composizione più vi aggrada, e certi […]
Il mondo è cose attaccate a sputi di coscienza. Oppure il mondo è cose attaccate e basta, che pian piano si scollano fra loro. Estasi nella crepanza bruna dei tuoni, […]
Caro G, perché continuo a scriverti? Il buio dev’essere confortevole, senza spigoli o incrostazioni sonore; è assenza purissima, priva di grumi del sentire. Probabilmente non vorresti trovarlo mai più quel […]
Giace il campo. Le pillole fragili, sparse a semenza, sono sottili come monete per gli occhi prima di partire. Chiudo il recinto che delimita questo non luogo, ma adesso il […]
Lasciate che mi privi, dato che sono già stata privata, di ulteriori strati che ormai non mi occorrono più. I miei arti, ad esempio, come i rami vigorosi in primavera. […]
Non vivere di emozioni, ma vivi di intuizioni. Ogni cosa, ogni cima di abete incorniciata da una finestra emette un grido atono, una movenza lieve che scuote qualcosa. Pare così, […]
Qualcosa si fa loquace fra i gesti delle mie dita e quelle altrui che non vedo. Ma quei segni di parole insonorizzate altro non sono che ombre dei miei? O […]
Non voglio intrattenere, ma guidare in tratte nere. Tutto ciò che dico è verità ricostruita e non finzione che ha origine nella verità. Non posso che sentirmi libera nello smembrare […]
Il globo lunare, perfettamente intagliato, è un buco per spiare. Ho aperto la finestra e due raggi di lampione sono entrati senza chiedere. Due pupille arancio scoppiettano ora sul muro: […]
La pressione atmosferica ci schiaccia i pensieri sopra la testa, il tempo è dinamico e pare ricalcarne le trasformazioni. Oggi la neve mi coglie, è un sussulto, le crisalidi del […]
Svanire? Forse, e senza preavviso. Il processo fermentativo della solitudine li ha sublimati nell’atmosfera, sparpagliati in ogni singola particella, lasciando i letti disfatti, le dita scolpite nel barattolo di crema, alcuni carrelli che non fanno più alcun rumore.
Che non mi si accusi di passività, se le circostanze mi schiaffeggiano il viso e io godo delle percosse, se le pareti si fanno più spesse ed io poso l’orecchio per ascoltare, se la morte si accoda al mio passo ed io sono pronta, e la invito a guidare la salita. Non sono inerte ai fenomeni, sono trafitta, sono reticolo leggerissimo, meraviglia assente, ma infima e senza autorità; filtro di intuizione gassosa, pan-direzionale, alleggerita pure da se stessa
Esiste un posto, all’interno di un bosco molto fitto, è un’oasi incredibile, c’è sabbia, terra rossa, il cielo infinito come in mare aperto. È un luogo sospeso fra gli occhi dipinti sui tronchi dei faggi. Al centro di questa pozza satura di stupore, in una vasca di fango caldo, vive un corpo.
D’un tratto ho due trampoli sottili, surrealisti, che mi permettono di saltare venti metri per ogni passo. Mi fiondo subito verso una qualunque direzione ma vengo scoperta, cominciano a inseguirmi.
Mi sono persa nel bosco, i cedri sono nudi e flettono il vento di modo che possa risuonare certe acute flessioni lignee. Cerco animali perduti, ma credo di essere la […]
Il terzo giorno Santa Brigida era inghiottita da una nube finissima. Se fossi uscita forse avrei perso con me tutta la testa, soprattutto i capelli che ho fatto bianchi per […]
Caro passante, non so come sono giunta fino a questo punto, seduta su una tribuna di Buti ad aspettare i cavalli del Palio, senza aver dormito, con la testa pesante […]