
Pelle, cos’è?
Penso alla pelle ed è subito funghi nel bosco. La vista, l’udito, il tatto vengono meno, come scuciti nel corpo da una pungenza bagnata. Ecco, è proprio frascame, boscaglia fradicia, funghi appena abbottonati al soprabito muschioso, ora che ci penso meglio, è anche peluria fine che trattiene al volo gli uccelli senza che loro possano comprendere come, o fanghiglia nera fra le croste fradice di un tronco che ben mi si concede se avessi ancora le dita. Tutto il bosco spugnoso è un polmone teso in esitazione perenne, pare trattenga il respiro per conservare dentro di sé, se stesso, il più a lungo possibile. Ma è anche singulto simbolico di una penetrazione stabile fra nebbia e muffa, tanto che il pensiero – che ancora, non so come, mi è saldo addosso – si desta, dentro una convinzione: ciò che prima ritenevo contenitore altro non è che contenuto impalpabile, spore. Non esisto, se non in questo. Esitazione umida. Ammuffita.
Pelle. Penso al moto ondoso che spettina ogni forma del campo visivo. Pare che il mare, nella sua schiuma, catturi certi suoni sconosciuti, li custodisca per molto tempo, secoli, o minuti, per poi restituirli alla battigia in modo del tutto casuale, quando nessuno se lo aspetta. Specialmente di notte, e all’alba, vomita, travolge le spalle e le percuote di paura; le costringe a voltarsi, ma poi nulla, niente di niente, solo respiri e la schiuma. Si sente giá – credo in fondo al cielo – un alito caldo di coperta che si spoglia. Sono pur sempre un uovo nelle mani di qualcuno che non vedo (che sta laggiù, oltre l’orizzonte marino). A quel punto forse, nel plauso di costui che omaggia la notte che muore, mi schiuderei in alba liquida e, colando, sul mare, amerei.
Pelle. Penso alla cristallizzazione infinitesima nella polvere d’ossa. Qui il moto ondoso delle dune induce alla calma del vento, e all’attesa epifanica. Accade qualcosa? Ma non un gesto atmosferico, né una sillaba dal sole. L’indugio che è aridità sottile, è sabbia.
Adesso capisco, che la pelle non è pelle, la pelle non è involucro, ma è occhi. É contemplazione quieta di una remora del tempo e non di una stagione. Mi chiedo soltanto, nell’attesa di un’ espirazione che concluda il mondo, sono dunque io, che proietto sulla natura, oppure è lei – la natura – che indossa la mia pelle e veste il mio sentire?
Sembra di sentirla questa umidità, di respirarla tutta questa atmosfera, di respirare tutto questo…
dovremmo inspirare forte e trattenere il più a lungo possibile :)
A volte manca il respiro…Proprio questo serve
Complimenti! sembra anche a me di sentire fruscii e profumi. La descrizione è davvero fantastica. Grazie!
https://istantaneevissute.wordpress.com
ti ringrazio, fra sensibilità affini ci si comprende subito :)
la pelle non è pelle, la pelle non è involucro, ma è occhi ♥️ che bello
è molto bello contemplare con la pelle :)
Leggerti è una delizia!
pure i funghi, gli adoro :)
grazie!
Ah la delizia non ha confini ancor meno letterari e no se mangio un fungo passo a nuova vita sono allergica, te li cedo volentieri 😃
ahah, oh no!
Ecco se mi proponi una lasagna allora ci sto😃
Sono tali e tante le sensazioni che regali con queste immagini che le dita percepiscono, sfiorano, stringono per un possesso d’un attimo e lasciano. Il leggere diviene immagine e fa chiudere gli occhi dettando capoversi che riallacciano ricordi e si annusa l’aria. Un sensore di presenza e di dolcezza invade.
Grazie
grazie del tuo sublime :)
sensore di presenza, mi piace molto
Lo psicanalista francese Didier Anzieu ha pubblicato un libretto aureo intitolato “L’io pelle”.
molto molto interessante…
Molto molto bello. Complimenti
Una descrizione bellissima!!!
ti ringrazio!
Brava
Molto bello!
Ciao Rebecca, sono Marco, il direttore del blog d’informazione Le Nostre Notizie. Ci tenevo a chiederti se ti potesse interessare scrivere articoli sul nostro sito che parla di svariati argomenti! Ti lascio il link del sito e anche la mia mail così puoi anche vedere com’è strutturato. Fammi sapere.
Marco.
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L’ha ripubblicato su Imperia notizie " chiappet e satir' l'erede di girmi "servellu" by guido arci camalli.
grande
É fantastica la rappresentazione di questo se come se rappresentasse l’essenza del proprio essere inconscio
:)
La risposta alla tua domanda è che sono tutte e due le cose un universo parallelo che non si può ne unire ne dividere.
Fantastico!
occhi e capelli…
Pindarico scritto. Interessante.
Ciao. Bel testo
Rebecca, che posso aggiungere? Hanno già detto quasi tutto gli altri. Ah, sì. Non cambiare…’pelle’. Ciao
Il secondo paragrafo è una delle cose più belle che siano state scritte negli ultimi cinquant’anni. Complimenti.
Lucio
Oh…
Mi faccio piccola piccola, grazie
E’ difficile che tu ci riesca, sei tutt’altro che piccola.
Era proprio quello che mi ci voleva, ora, questo che ho appena letto
i miei complimenti…
grazie <3
Ciao Rebecca, mi chiamo Marco e sono il direttore del blog Le Nostre Notizie. Ti volevo chiedere se ti potrebbe piacere scrivere articoli per il nostro blog. Per altre informazioni mi puoi contattate via mail lenostrenotizie@gmail.com.
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grazie, ma forse non sono la persona adatta :)
Secondo noi invece potresti esserlo😄
Ci serve una persona come te. Pensaci bene e fammi sapere
“Pare che il mare, nella sua schiuma, catturi certi suoni sconosciuti” che immagine sublime, tutto bello ma questo passaggio per è unico, grazie
ti ringrazio tanto :) <3
siAMO pelle… respiro di Madre terra…
Complimenti per il tuo “raccontare”
Giovanni
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