Lasciate che mi privi, dato che sono già stata privata, di ulteriori strati che ormai non mi occorrono più. I miei arti, ad esempio, come i rami vigorosi in primavera.
Rinuncio anche a parole non necessarie, e a pensieri inutili. Ascolto la privazione, che diviene dunque una gravità anomala, mi attira e mi respinge, come se il peso delle mie cose avesse valore infinito.
Abbandonarsi all’abbandono, la sospesa potatura dei virgulti, via via che le cose cedono ai loro confini. Perché il mondo lo era prima – materia coagulata intorno a polveri di coscienza – e lo è adesso.
Lascio mutilare il corpo, arbusto consenziente al sacrificio, mentre il superfluo si fa lontano, ma dignitoso, e forse è colto da orgoglio nel suo moto rettilineo uniforme, quando il fiorire prossimo, fra le piaghe, sarà nuova possente estensione.
“Rinuncio anche a parole non necessarie, ed a pensieri inutili”
Se lo facessi io, poi, dovrei chiudere bottega… :P
Comunque ancora complimenti per la commistione di generi di linguaggio: sempre molto efficace. :)
Carissima Rebecca Ti seguo da giovedì 9 aprile e non posso fare a meno di notare che la tua Prosa Poesia tende asintoticamente attraverso il dualismo Corpo Mente delle tue fotografie al Silenzio con un moto rettilineo uniforme Ti prego Non implodere e diventare polvere di coscienza Ci mancherebbe la tenacia con cui pubblichi il tuo Blog
Buon Primo Maggio
Davey Logcat
Fior della mia pianta. In differenti tintinni discreti, come quel mattino di giugno, gioia salirà. Dal nostro petto simile a una lucerna nel tempio. Sapori nuovi nella cella cranica. Parve di ricevere una grazia. Una grazia speciale dalla natura. Si sciolse l’anima come nello zucchero del sangue. Allegra come una risata. Giorno seminudo tra le pagine nere delle notti. Canne d’ organo risucchiavano aria e note.
grazie! bellissimo :)
A volte mi sento come fossi l’ultimo “uomo” sulla terra ma poi capisco leggendo i tuoi racconti che la poesia ci può salvare.
oh… :)
per me è solo una terapia di sopravvivenza
Ciò che apprezzo molto dei tuoi posto è il misto tra lettura e fotografia. Immagini e testo si completano, sono come parte di un tutto inscindibile.
Un ottimo lavoro artistico
sottoscrivo :-)
grazie, cerco di andare oltre la semplice “illustrazione visiva”, utilizzando la fotografia come estensione, o possibile soluzione ai quesiti delle parole
Sono senza parole … tutto bellissimo
:) grazie!
mia mamma mi ha un po’ infamata per la seconda foto della schiena tipo pollo mutilato…
è bellissima, impressionante ma comunque bella. Se volevi rendere l’idea della mutilazione la seconda foto è perfetta
quando l’energia è diventata materia e poi ha occupato una cinquantina di posti della tavola degli elementi, ha oscillato tra l’idrogeno e il ferro, tra la leggerezza impalpabile e la consistenza che si sfalda. Non aveva speranza ma determinazione. Necessità: tutto era consequenziale ma mai determinato. Doveva essere cosa e poi altro, indefinitamente e infinitamente. Così di definisce il necessario: divorando lo spazio con il nuovo che esso non conosce e quello che sembrava necessario diventa superfluo in attesa che altro sia sorgente di nuova trasformazione.
Grazie per quanto ci regali
grazie mille a te! :D
Poche parole per dirti che mi piace molto, anche le foto sono particolari, complimenti
come un trancio di carne dal macellaio… ottime suggestioni
Scritto denso come le immagini che, essendo prodotte da te, acquistano una valenza superiore. Scritto complesso e seducente su una possibile filosofia di vita, anzi ritengo questo articolo un testo di filosofia vero e proprio, ermetico si scioglie grazie alle immagini per poi condensarsi nuovamente sul significato profondo della parola. Un giorno ti dissi che bisogna leggerti tra le parole, tra ciò che non scrivi compiutamente, ebbene oggi quest’idea è ancora più valida. A volte mi chiedo che ci stai a fare su un blog perché spesso ti sta stretto.
Commento graditissimo come sempre :) grazie
abbandonasi all’abbandono, sì . legegrti è un piacere grande
grazie del tuo passaggio! :)
trovo nel tuo scrivere sempre calibrato, nei concetti che s’intrecciano con la fotografia, una corrispondenza comunicativa uniforme, sorretta a volte da ossimori che la rafforzano nell’impatto conoscitivo.
A presto
grazie davvero, il legame fra questi scritti e le fotografie non è sempre chiaro, si completano e sono uno l’estensione dell’altro
Nell’invisibiltà del corpo, nella recisione degli arti che rinascono quadrupedi, la fusione di parole e immagini è una monade dove forse l’opera d’arte sei tu.
grazie davvero delle tue parole :)
Questo testo si presta a varie interpretazioni e letture. Una fra queste (ovviamente non è l’unica) potrebbe essere l’interpretazione dell’erotismo estremo tipo BDSM così come visto dal punto di vista del soggetto passivo, che dona se stesso (o se stessa) e si lascia “mutilare il corpo sulla rupe dei [miei] sogni, come arbusto consenziente al sacrificio”. Ecco, io l’ho letta così!
Ciascuno ha il suo punto di vista sensibile!
A ognuno la sua! Rispetto la posizione, ma ti assicuro che non è così. Grazie comunque dello sforzo interpretativo :)
Immagini che si equivalgono a parole intrise del tuo “io” interiore.
Un immagine davvero forte. Un giorno potrei chiedertene una per la mia rivista inesistente. Solo copertine. Chissà.
Certo! Grazie mille
Molto bello il testo che viene rafforzato da immagini quanto mai particolari. Brava davvero. Isabella
Immagini da cui si evince il tuo io interiore che esprime l suo sentire. Brava!
Grazie mille del tuo passaggio :)
Che bella l’immagine dei tralci accostata alla vita. Un rinascere continuo rimanendo con l’essenziale. Grazie! http://istantaneevissute.wordpress.com
Ciao Rebecca, ho trovato con piacere un “Mi piace”al mio ultimo articolo postato sul blog. Se hai commenti a riguardo o curiosità sul blog non esitare! Ho letto il “Moto uniforme dei tralci”… è tratto da “Racconti della Controra?”
Ciao! Sì, certo. No quel pezzo non fa parte di Racconti della Controra ma farà parte, spero, di qualcos’altro in futuro!
off topic: Questo è il mio sito:
https://www.emilioephremferro.com/
Le tue foto, le mutilazioni, mi ricordano un pò l’inferno di Dante, e comunque per arrivare in paradiso bisogna sempre passare da lì. Spero sia solo una forma artistica, espressiva, del tuo modo di esprimerti come artista, che non sia un tuo stato d’animo.
beh, che dire, forse sì, forse no
Ti diverti a costruire orditi linguistici come una rivoluzionaria di fine ‘800, visionaria, decadente, radicale e melanconica.