
Perché io non sto, non so stare, ovunque nella normalità. E rifiuto l’intrattenere mellifluo che conforta. “Andrà bene, io sento, lei disse, ama, l’anima, liberi, vivere, vivi!”. Ho il ribrezzo solo a riportarne degli esempi. Smettiamo di insudiciare la bocca, che le mosche vigilano.
Paura della solitudine? No, anzi mi affanno in ogni angolo della casa per scovarne una nuova manciata. Non esiste la vera solitudine. Neanche adesso che scrivo per nessuno, o per tutti coloro che non leggeranno. La stanza della mia coscienza è un monologo con un solo fievole riflettore puntato sulla mia diafanità, travestita da corpo. Volgo parole al pubblico, ma questo è troppo buio per riflettere alcuna presenza.
Eccola qui, la solitudine. È questa, per me. Il pubblico lì, silenzioso, invisibile, ma c’è. O non c’è? Non mi è dato saperlo, non preclude la performance. È perfetto: tutti e nessuno.
Così funziona l’agire interiore. Non è mai rivolto al nulla, o all’assenza reale, ma è rivolto al buio, vuoto, potenziale presenza di esseri inspiegabili. Seducente e oscuro, il mio pubblico.
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Nice shot :-) ciao!
grazie del passaggio! :)
Un pubblico che c’è o forse no; alla fine bisogna imparare ad agire, e scrivere, esprimendo quel che abbiamo dentro.
Parole che magari vanno perdute, nel vuoto, ma
forse un giorno qualcuno le raccoglierà e le porterà indietro.
Fossimo anche solo noi stessi a farlo.
infatti è proprio questa la sensazione che spinge ad agire chi vuol dire qualcosa, nel buio, anche se invisibile, qualcuno o qualcosa c’è
che foto meravigliosa, adattissima a questi tempi
grazie, è un personale reportage della mia convivenza con me stessa :)
Magnifico!!!!!!
grazie :)))
Da un certo punto in poi scrivere è una necessità vitale al pari di respirare, camminare, amare, disperarsi. E girare e frugare per casa. Passare davanti allo spechio lo scatto di una foto. Inseguiti dai pensieri e dalle parole.E riordinarli, metterli insieme. E dispiegare il pathos.
Adoro queste tue parole :)
Anche i tuoi autoscatti sono parole e pathos visivi.
ci provo, da entrambe le parti :D
Da collezionista di ossa i tuoi autoscatti per quanto caravaggeschi e avvolti dai veli mossi dal vento sono sognanti, poderosi e carnali.
No, io non colleziono affato ossa, ma l’ho letto nella tua breve presentazione.
Ahah scusa ho letto male il tuo commento
E’ partito il commento, l’anonimo sono io.
Alla fine, credo, non importi nemmeno sapere, se qualcuno ci sia.
Hai colto il segno, grazie
😊
“Compagnia e solitudine sono le due facce di una medesima illusione” Ipse dixit
<3
Un saluto, Rebecca, e un grazie per essere passato dalla repubblicaindipendente.wordpress.com.
Mi sono iscritto al tuo blog.
Mi piace.
Piero
grazie a te!
Olá! Gostei bastante da capa feita à mão. Inspiradora, com certeza. A outra também ficou encantadora. Meus parabéns e sucesso. Deus abençoe os seus passos.
Dannatamente profondo
Incredibile nella solitudine dei miei pensieri, incontrare chi è solo nei suoi e… Non si è più soli.
Belle foto ;)
grazie della tua solitudine in compagnia :)
Gli occhi nella zona buia…un titolo perfetto anche per Batman ;)
La solitudine è una compagna di vita, non una nemica. Ci aiuta a comprendere meglio noi stessi, a ritrovarci. Solo chi sa convivere in armonia con la solitudine non ha paura di essa, e di conseguenza ne ricava beneficio.
esattamente! :)
L’ha ripubblicato su Downtobaker.
mi affanno in ogni angolo della casa per scovarne una nuova manciata….questo tuo scritto mi resterà impresso a fuoco nella mente
grazie
S
Grazie della tua preziosa visita :)