Dilatazione

fantasmi2-4

La pressione atmosferica ci schiaccia i pensieri sopra la testa, il tempo è dinamico e pare ricalcarne le trasformazioni. Oggi la neve mi coglie, è un sussulto, le crisalidi del glicine cristallizzano i loro progetti dentro la morte e mi ricordano quanto sia meticoloso e lento l’atto del costruire, eppure immediato l’essere demoliti. Per questo preferisco sognare nessun sogno. Eccetto tutto ciò che prende luogo in piccole grotte nelle quali posso dormire con un panno fatto di niente a cingermi le spalle. Nel gelo dei muscoli non avrei alcun desiderio di vette altissime, indicibili, nessun proposito d’apparenza materica. Piuttosto appuntamenti stabili in una conchiglia dentro cui sospirare ad alta voce, raccogliere parole e smembrarle nelle tasche, farle rotolare sul selciato, come un gioco forsennato, e infine seminarle in profondità per vedere che succede.

Nel frattempo vorrei stabilire un equilibrio del mio tempo col tempo naturale che non mi è mai appartenuto. Quel tempo dilatatissimo, incerto e fallimentare; rallenterei il mio battito, il movimento degli arti, il mio modo di parlare diverrebbe infinito e sospeso fra pause di respiri lunghi quanto una stagione. Forse anche tutto il resto avrebbe ragione di estendersi, il viso, la pelle, diverrei sottilissima? Fine ma elasticamente prolissa, capillarmente accogliente, a mia volta accolta, dentro l’intensità dell’adagio.

………………………………………………………………………………………………………………………

Acquista “Racconti della Controra” su:
Unilibro     
||    IBS     ||     Feltrinelli 

 

 

15 risposte a “Dilatazione

  1. Anch’io non sono mai stato sincrono al tempo naturale e delle occasioni, delle circostanze da sapere cogliere o forse sì, saltuariamente, senza accorgermene.
    Ho smesso di chiedermelo: vivo un tempo e uno spazio, i miei.

Lascia un commento