
Dev’essere la calma piatta che si addice a chi non è mosso, ma sa muovere; che non si scompone ma osserva chi si increspa di conseguenza, con dramma ed esibizione. Potremmo descrivere gli estranei alla calma piatta come esseri dotati di un groviglio di arti e lembi inutili che scuotono con passione di bestia sottomarina.
A volte la calma piatta vorrebbe potersi scrollare anche da sé stessa, forse presa da noia, per tremare con quelli che amano tremando, urlando, o che urlano dicendo di amare; ma non sa. E se lo fa è una menzogna che compiace. Perché la calma piatta è un corpo unico che si riduce, ridimensionando il proprio confine ad un profilo essenziale, quello di un solo arto. Come in un processo di labor limae dell’essere che perseguita maniacalmente la sua riduzione, ed esiste davvero vivo nella forma più indispensabile, quella che raggiunge senza grida di piacere o scompenso, senza decorativismi delle emozioni o desideri socialmente utili.
Può apparire crudele quella calma piatta che trova libertà nel minimalismo estremo delle espressioni, ma è solo un nome la crudeltà, coniato da chi non sa dare nome all’atarassia irraggiungibile, che sconvolge, e non può che essere immorale ai suoi estranei.
Quegli arti che per incomprensione si agitano (overplay) sono fatti di fotoromanzi, tagliuzzati e incollati come decoupage, con l’illusione putrescente (di essere importanti) che ne è collante.
La calma piatta invece pare capace di ridimensionarsi anche dentro la verità che turba, attraverso la vanità di essere vana. Con l’orgoglio di essere priva di spigoli e solidità, con sembianze desaturate dal desiderio di unicità e dai sentimenti ostentatori. È una celebrazione la sua forma ripulita, non è mutilata, né priva di qualcosa, è solo sintesi, sintesi di sé stessa.
Bentornata su WP. In realtà seguo quel che pubblichi su FB, ma qui eri sparita. Al solito bello quello che scrivi e belle le tue foto.
ti ringrazio! a volte mi sveglio da un lungo sonno…
Il tuo brano, il tuo “ritratto” è abbacinante e terribilmente ben scritto. E… ecco, temo di essere un “calma piatta”…
Molte calme piatte fanno un oceano magnifico
“non è mutilata, ma solo sintesi di sé stessa”. Mi piace! La calma è il “luogo” della sintesi in effetti. Grazie!
http://istantaneevissute.wordpress.com
Grazie a te! :)
Bentornata Rebecca!
Ciao!!
lunedì è troppo confuso per pensare … sto elaborando quello che ho letto !!!
Non è mai tardi per capire! :)
Emozionante
Ciao :)
Vicky
Una meraviglia
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Grazie per il like! È una grande spinta per me , ma tu scrivi benissimo :o
grazie a te :)
Rebecca… Sempre interessanti i tuoi contenuti di verbo ed Immagine
Giò
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