Ancora Malakos
Dovreste immaginare una voce che non sia audace, ma querula e mediosa. Che non porti tuoni di apocalisse, ma brevi schiume confuse nell’alba di un bosco. Aghi di pino d’un […]
Dovreste immaginare una voce che non sia audace, ma querula e mediosa. Che non porti tuoni di apocalisse, ma brevi schiume confuse nell’alba di un bosco. Aghi di pino d’un […]
Giace il campo. Le pillole fragili, sparse a semenza, sono sottili come monete per gli occhi prima di partire. Chiudo il recinto che delimita questo non luogo, ma adesso il […]
Lasciate che mi privi, dato che sono già stata privata, di ulteriori strati che ormai non mi occorrono più. I miei arti, ad esempio, come i rami vigorosi in primavera. […]
La pressione atmosferica ci schiaccia i pensieri sopra la testa, il tempo è dinamico e pare ricalcarne le trasformazioni. Oggi la neve mi coglie, è un sussulto, le crisalidi del […]
Svanire? Forse, e senza preavviso. Il processo fermentativo della solitudine li ha sublimati nell’atmosfera, sparpagliati in ogni singola particella, lasciando i letti disfatti, le dita scolpite nel barattolo di crema, alcuni carrelli che non fanno più alcun rumore.
Che non mi si accusi di passività, se le circostanze mi schiaffeggiano il viso e io godo delle percosse, se le pareti si fanno più spesse ed io poso l’orecchio per ascoltare, se la morte si accoda al mio passo ed io sono pronta, e la invito a guidare la salita. Non sono inerte ai fenomeni, sono trafitta, sono reticolo leggerissimo, meraviglia assente, ma infima e senza autorità; filtro di intuizione gassosa, pan-direzionale, alleggerita pure da se stessa
Esiste un posto, all’interno di un bosco molto fitto, è un’oasi incredibile, c’è sabbia, terra rossa, il cielo infinito come in mare aperto. È un luogo sospeso fra gli occhi dipinti sui tronchi dei faggi. Al centro di questa pozza satura di stupore, in una vasca di fango caldo, vive un corpo.
D’un tratto ho due trampoli sottili, surrealisti, che mi permettono di saltare venti metri per ogni passo. Mi fiondo subito verso una qualunque direzione ma vengo scoperta, cominciano a inseguirmi.
Mi sono persa nel bosco, i cedri sono nudi e flettono il vento di modo che possa risuonare certe acute flessioni lignee. Cerco animali perduti, ma credo di essere la […]
Il terzo giorno Santa Brigida era inghiottita da una nube finissima. Se fossi uscita forse avrei perso con me tutta la testa, soprattutto i capelli che ho fatto bianchi per […]
Caro passante, non so come sono giunta fino a questo punto, seduta su una tribuna di Buti ad aspettare i cavalli del Palio, senza aver dormito, con la testa pesante […]
Marzo 2019 Caro G, finalmente ti scrivo, tu non mi conosci perché sei morto ormai da due anni, al contrario io ti conosco da sempre, senza aver mai scambiato con […]
1) Camino, scaldo i piedi. “Il cimitero è il luogo in cui si compie la dimensione ossimorica dell’assenza/presenza. Mi sento sola e allo stesso tempo piena di assenza, che forse […]
Sto diluendomi. Gocciolo e il peso si asciuga. Il filo metallico che percorre perpendicolare il mio esistere diviene sempre più nudo, dunque più sensibile all’alito acido dell’accadere. Vado semplificandomi, sfogliando […]
Finisce così, Papavero. Sempre che finisca davvero; in realtà credo sia solo una sospensione necessaria, un po’ come l’esistere qui sulla terra. Un punto di equilibrio nel disequilibrio. Ti […]