
Lei se n’è andata e mi coglie il grido di tutto ciò che scompare, non solo il dolore del suo divenire assenza, ma il potenziale assenteismo di chiunque. Siamo giunti e partiti al contempo, nati scomparsi, da sempre. Pare che esista un sigillo di garanzia impresso sul polmone del primo respiro. E quel marchio pulsa lungo tutto l’arco dell’esistere con una vitalità abbacinante, ma invisibile.
Pioviggino sul mio corpo scrivendo traiettorie con le gocce in picchiata, crocifiggere le parole forse ci aiuta a pettinare il sentire, a sbrogliarlo di tutti i nodi. Le righe dritte precipitano da sé, guarda, orizzontalmente. Anche il tempo è un precipizio. Eppure credo nella dolcezza dell’inquietudine, che non è attività inquieta, ma incomprensibile e tesa ricerca dell’immoto. Tutto muove, niente vive l’immobilità e dunque l’immobilità esiste solo nell’immaginazione di un’assenza di mobilità. Desiderio irraggiungibile quando si esiste dentro ad un cosmo.
La morte, che non può essere realmente vissuta, magari è solo un modo di vivere, finalmente, l’immobilità del fondo. Là, ora lei giace immobile, dopo aver corso fino allo stremo. Qui, piove. Piovono tutti. E si dipana il fischio terribile di una membrana bucata. Il mondo si sgonfia a poco a poco.
A Daniela. Quattrocentista, mezzofondista azzurra, poetessa.

Sempre più concreta e coincisa verso la natività della svrittura
Bellissima!🌺🌺🌺
ti ringrazio! :)
In poche e semplici parole sono sempre più belle e avvolgenti le cose che scrivi .Ti leggo volentieri e aspetto la tua prossima uscita
ti ringrazio tanto!
Grazie a te che hai questo talento di vedere dentro alle immagini il vero aspetto della realta’. Intelligenza che riesce a distinguere
mi spiace, ma questo non è consentito dirlo con un segno. Le parole racchiudono, tengono e liberano sentire. Il dolore che esprime emerge composto, tenuto a bada e per questo più profondo.
Semplicemente stupenda, posso condividerla sul mio blog? Se te lo chiedo è perché ne sono rimasta affascinata, non è mia abitudine condividere post altrui, soltanto quando veramente ne rimango colpita.
Ma certo! Mi farebbe super piacere, grazie! ❤️
È eterotopia del frammento
Adoro questa parola
A quando il tuo nuovo racconto…📝
Quando ho il tempo per dormire :(
Nella vita sono solo sogni
Questo blog è fatto solo di questo: sonno e sogni
Bene…la notte porta consiglio
Come sempre riesci ad emozionare e scavare con le parole nelle anime di ciò che tocchi. Grazie
Bello!
grazie del tuo passaggio! <3
Scrivi magnificamente ! Mi inchino
Molte grazie, mi inchino io a te
che struggente meraviglia, Rebecca…
Bello. E quelle foto con il gatto nero mi ricordano E.A.Poe! ciao!
fantastico! mi piace :)
Aspettavo con ansia che scrivessi….aspettatita oltre misura ripagata. Bellissimo.😊
Wow, grazie infinite, sono io ripagata di tutto da questo commento :)
🤗
Pingback: Fori sulla membrana – sourab titrés·
Un palloncino che si sgonfia, si svuota, un fischio, aria che si sposta, noi che diventiamo altro…
Grazie per “pettinare il sentire” con le tue parole, è commovente.
Sei bravissima con le parole , crei giochi e allo stesso tempo attiri il lettore a te con un bell’incanto . Grazie , lo rileggerò una seconda volta per capirlo meglio e addentrarmici , magari anche io scrivessi come te !
Veramente troppo gentile! ❤️
Grazie, Rebecca, hai una maturità di scrittura e, prima ancora, una sensibilità davvero strabilianti in una persona tanto giovane. Questo tuo scritto mi stringe il respiro ed è normale alla mia età, quando i morti sono ormai molto più numerosi dei vivi, ma tu, come fai? E mi rattrista il pensiero che la tua finezza di percezione possa portarti troppa sofferenza.
Stringiamo il respiro insieme, grazie infinite
Anche voi figli di un dio peggiore… Ed anche incazzato. Così alta la definizione da vedere la natura coi suoi grossi buchi. Visi inconsistenti, che esistono come tutti nelle nostre menti, così come l’essenza li percepisce. Provo un baluardo di sensazioni opposte, finché non cedo al prossimo rigenerante caos. Per questo mi piacciono scritture evanescenti. Lapidi nominalistiche che risveglino il senso della giusta pietra, letta con giusta silenziosa voce. Complimenti.
Splendida foto! Complimenti per le parole scelte per dire le esperienze indicibili della nostra esistenza, dove tempo, immobilità e morte giocano il ruolo fondamentale che noi conosciamo.
Meraviglia ❤️
Pingback: Fori sulla membrana – IL Suono del Silenzio·
Bellissimi racconti,profondi e toccanti. Veramente brava nel modo in cui scrivi e imprimi i tuoi pensieri. Wow!!!
Grazie mille a te che hai dedicato qualche minuto a questo luogo di parole :)
Rebecca, stre-pi-to-sa!!!
non ti leggevo da tanto, è sempre una bella esperienza passare da queste parti
Pingback: Fori sulla membrana – Casalinga Sempre Felice·
Con poco, è stato detto tutto.
Bellissimo racconto, l’ho molto apprezzato!
Quell’assenza una cosa insegna …
bisogna approfittare dell’esistenza …
e chi non ci riesce (perché non vuole o non può),
come ME … sogna …
testo denso, intenso e di grande spessore di pensiero. perché non ricavarne un racconto diluendo il magma delle immagini? complimenti
👍👏❤
Pingback: FORI SULLA MEMBRANA, di Rebecca Lena – alessandriaonline·
Pingback: FORI SULLA MEMBRANA, di Rebecca Lena – alessandriaonline·