1) Camino, scaldo i piedi.
“Il cimitero è il luogo in cui si compie la dimensione ossimorica dell’assenza/presenza.
Mi sento sola e allo stesso tempo piena di assenza, che forse è la stessa cosa. Così come se dicessi che sono circondata dalla presenza di nessuno, perché tutti sono altrove.
Nel cimitero non vi è nessuna emozione insulsa, nemmeno la paura, solamente immobilità e fiori di tessuto sbiadito. Non c’è nessun altro a parte il simulacro di ciascuno ed io mi sento parte integrante di quel vuoto se considero il mio corpo, all’interno di quello spazio, un simulacro di me stessa.
Io sono la mia stessa tomba, i miei capelli sono fiori finti posticci. Ma io sono lì, e non ci sono. Faccio parte di un nulla strapieno di aria e fuochi fatui.”
(Messaggio del 18 Gennaio 2017, bruciato)
2) Schiapparo, sul letto. Ore 20 circa.
“È impressionante il cambio di temperatura tra ieri e oggi. Mi stendevo sopra il muretto, ventre al cielo, durante il vespro, si alzava un soffio caldo da sudest della stessa temperatura del mio corpo. Trentasei gradi. Ho alzato le braccia verso il celeste sbiadito e mi sono sentita dissolta, completamente priva di densità, come a fondermi col clima di questo luogo.
Forse è questo che si prova a non avere un corpo.
Assenza di differenza fra la mia temperatura e quella esterna al corpo.
La morbidezza di un alito marino che scioglie le pareti di pelle e svanisce i fluidi pesanti della carne.
Allo stesso modo anche l’acqua mi accoglieva nella sua temperatura annullante. Con le orecchie immerse, gli occhi chiusi e i capelli sbiancati dal sale, ho creduto tutta la mia superficie corrodersi e sfaldarsi con dolcezza, come una conchiglia bianca sottilissima.”
(Messaggio del 12 Agosto 2017, buttato in mare)
N.B. Sono mesi ormai che ho messo in pratica questa idea balorda, quella di scrivere lettere a “sconosciuti” in momenti improvvisi, mi spiego meglio: scrivo a persone che invento e che poi forse ritrovo in mezzo ad una folla, o anche a persone che esistono e che conosco, ma senza che abbia con loro un vero rapporto, oppure persone che esistono, che non conosco, ma che so di poter incontrare di nuovo. Voglio iniziare questa serie di lettere col destinatario per eccellenza, che esiste e non esiste allo stesso tempo: la Morte, a cui ho scritto bigliettini segreti senza accorgermene durante tutta la mia esistenza.
davvero belle, mi sono piaciute molto e originale la tua idea di scrivere a “sconosciuti”.
un saluto da ǝʌoɹʇl∀.
~Seph.
grazie mille! :)
L’ha ribloggato su AltroveAssoluto . Ruins Of Sorrowe ha commentato:
nel mentre ǝʌoɹʇl∀…..
Wow, bellissima idea! *_*
Sui cimiteri, mi piacciono molto e hai descritto il perché!
La morte poi è l’argomento più centrale… Stupenda anche la foto!
Grazie mille! Sono una frequentatrice assidua di cimiteri e amante delle foto antiche sulle tombe più vecchie ;)
Sì, mi piace anche quando non c’è la data di nascita perché troppo antica da saperlo *_*
Ci vado poco ma mi piacciono, e sono posti pieni di pace!
….sempre bello leggerti! bye :-)
idem!
👍 🙋
forse condizionato dalla fotografia, leggo questi messaggi come appartenenti a un’altra epoca, fine ottocento-inizio novecento.
suggestivo soprattutto il secondo messaggio, quel dissolversi lento nell’acqua “come una conchiglia bianca sottilissima”
ml
Appartengo al 1910 :)
perfetto :)
Un idea affascinante
un saluto Franca
grazie mille! :)
Ognuno di noi per quanto presente(nel cimitero la cosa è ancora più preganante e misterica)per un motivo o l’altro è sempre, indicibilmente, altrove. Un altrove che spazia e allo stesso tempo ci conchiude come se dal cielo calasse un mantello e dal sottosuolo spuntasse un acquitrino, una palude, le radici che ci imparentano con gli alberi.
Sono “costretto”, volontariamente, a leggerti. Nei giorni a venire. Ciao
Grazie per il passaggio da me.
L’Altrove è incastonato senza che sia possibile afferrarlo, forse non esiste che nel desiderio di se stesso
Non saprei dire se l’latrove sia desiderio a tutto tondo o di altre fattezze informi e materiali.
N.B. Sono sconosciuto a te e tu a me. Ciò, paradossalmnete, ci dà la possibilità, pur se non ci siamo mai incontrati, di incontrarci da perfetti sconosciuti, mirando attraverso le parole alla presenza nell’assenza della conoscenza senza volto ma nella sostanza di ciò che siamo o che non riusciamo a essere.
Senza l’intoppo di un futile corpo parassita di spirito
Il corpo parassita si annida sia alla luce del sole sia nell’oscurità. C’è chi si attcca come la muffa. E non si capisce quando è per incapacità di staccarsi o se è un calcolo addirittura scientifico. Come quel furbo del cuculo e simili per quanto concerne il mondo animale.
Affascinanti le tue parole
bel luogo dove incontrarsi il tuo blog
:)
Qui è Eusapia, per fuggire agli affanni
Stai parlando di Eusapia nata a Minervino Murge il 21 gennaio 1854?
parlo di Eusapia delle “Città Invisibili”
Grazie, perdona il mio non sapere
ma provvederò
:)
Ho sempre subito il fascino della Morte, sicuro che un giorno la incontrerò. Peccato che non avrò nulla da dirle, quindi anche io ogni tanto le scrivo.
Non è il Nulla tutto ciò che tu puoi non dirLe.
Trovo i tuoi pensieri sottili,eleganti ed intriganti. Mi piacerebbe tanto scoprirne l’origine. Ognuno di noi è come un armadio chiuso: chissà cosa racchiude! Mistero. Oltre che alla Morte però ti suggerirei di scrivere lettere alla Vita: la ritengo più misteriosa ed imprevedibile. Complimenti per il tuo lavoro.
grazie! suggerimento afferrato :)
E cos’è la morte se non ciò che la vita di più solido e sicuro abbia sinora inventato?! :) Rebecca compliementi, i tuoi scritti sono incredibilimente profondi e coinvolgenti :))
sì, specie dopo avere assistito alla esumazione della madre
Oddio!
Per davvero?
non scherzo su queste cose
La morte… una rinascita…
Ti ho trovato o ritrovato?
Non importa, conta solo leggere seriamente testi seri e questi lo sono ad un livello molto alto sia dal punto di vista sintattico che concettuale. Ti faccio i miei complimenti sinceri.
Grazie mille!!
L’ha ripubblicato su Alessandria today @ Web Media Network – Pier Carlo Lava.
Molto belle le rappresentazioni che ho letto come introspezioni giocose o preziose che siano. C’è qualcosa in quello che esprimi. Io da sconosciuto in arte nessuno mi aspetto dal prossimo racconto meno tristezza e più gioia perché sono certo che saresti esprimerla al meglio. Ciao a presto 😊
Ti ringrazio.
Ma niente di ciò che scrivo a che fare con la tristezza :)
Ne sono certo. Interpretare il tempo, lo spazio , le forme gli oggetti che ti stanno attorno come la natura e la metamorfosi, la esprimi con una genialità da psicodramma e ti rappresenta in uno stato d’animo poetico. La fotografia e le immagini ti rappresentano e hanno una magia le tue parole. E’tutto espresso in modo sublime lo devo ammettere che non posso negarlo.
Thanks for thiis